Filosofia per i bambini, o filosofia dei bambini?

Una nota per gli adulti, insegnanti e educatori che accompagneranno la lettura dei quaderni di filosofia dei bambini

Le esperienze di avvicinamento dei bambini alla filosofia, anche in tenera età, sono sempre più diffuse. Ne troviamo riscontro ad esempio a scuola, negli stimolanti laboratori didattici proposti fin dagli anni della primaria, ma anche nell’editoria, che abbonda di pubblicazioni filosofiche per ogni età.
La filosofia è una ricerca senza fine; lo strumento primo della ricerca è la curiosità e quindi la domanda, che, come ben sappiamo, si manifesta molto presto nello sviluppo del bambino sotto forma di innumerevoli e a volte persino sfinenti perché.
Ma quali sono davvero le domande dei bambini? Con quale efficacia le esperienze di filosofia per i bambini oggi disponibili rispondono alle loro domande?
L’opinione degli insegnanti e educatori che hanno lavorato alla stesura di questi libretti, è che spesso l’adulto di buona volontà rischia di prestare le sue domande al bambino, e il suo modo di vedere il mondo e di rispondere (o non rispondere) alle domande più importanti. Lo sguardo del mondo moderno, che mette in dubbio l’esistenza stessa di ciò che ci circonda e l’oggettività dell’esperienza, è senz’altro un tema affascinante per l’intellettuale di oggi, ma difficilmente potrà entusiasmare il bambino: un’occhiata ai lividi che testimoniano della partita indiavolata con i suoi compagni di pallavolo sarà sufficiente per spazzare via ogni dubbio circa la consistenza reale di una pallonata in faccia. Facendo dispiacere al celebre filosofo Cartesio, ci limitiamo a notare che, per i più piccoli, la certezza del sum non richiede poi troppo cogito, basta un occhio nero o un dente rotto per fidarsi dell’oggettività dell’esperienza.

L’idea di questi testi è nata dall’iniziativa di alcuni maestri, insegnanti e educatori che un pomeriggio d’estate hanno raccolto, quasi per scherzo, le domande che i bambini avevano posto loro in classe negli ultimi mesi. Ogni domanda è divenuta fedelmente il titolo di un libretto della collana. Non una filosofia per i bambini, quindi, ma una filosofia dei bambini. Considerando che questi testi sono scritti da adulti, il proposito può apparire pretenzioso. Possono gli adulti mettersi davvero nei panni dei bambini e comprendere non solo le loro domande, ma anche il loro modo di porle? Abbiamo deciso di tentare, sforzandoci di eliminare dai testi la tentazione di far chiedere ai bambini quello che a noi adulti piacerebbe che chiedessero, o quello che a noi pare interessante chiedere.

Un’altra differenza rispetto ad altri testi di filosofia per i bambini, è che questa filosofia dei bambini si propone non solo di dare voce alle domande, ma anche di offrire strumenti logici e argomentativi per dare una risposta oggettiva e condivisa, nel modo più chiaro e semplice (ma non semplicistico) possibile. Anche questo può sembrare pretenzioso. Ma gli autori sono convinti che dare risposte, piccole o grandi, non sia in sé una pretesa, consapevoli anche che nessuna risposta possa dirsi completa. Non tutti la pensano così, ovviamente. Molti filosofi e pedagogisti ci ricordano oggi che non importa trovare la risposta a una domanda. Ognuno di noi, ci ricordano, può solo costruire una propria risposta, riflettere, singolarmente o collettivamente, ma solo per costruire un proprio senso. Non la ricerca del senso condiviso, dunque, ma la costruzione di un senso soggettivo. Queste visioni della filosofia sono opposte, e influenzano in modo radicale il significato che diamo ai concetti stessi di “domanda” e “risposta”.
Addentrarci nella discussione teorica dei principi della conoscenza non è qui il nostro compito. Un po’ come i bambini, la nostra filosofia sarà quella di aprire gli occhi e osservare la realtà. Anziché dubitare del mondo che ci circonda, faremo domande e rifletteremo fidandoci della realtà attorno a noi, di ciò di cui tutti facciamo esperienza nella vita di tutti i giorni. E dunque non esiteremo a ragionare e a dare risposte, semplici ma mai banali. Ai giovani lettori e agli adulti e educatori che li accompagnano il compito di continuare a riflettere sulla realtà, prendendo spunto dalle storie proposte, e seguitare a porre domande.

Buona lettura!

Gli autori e la redazione di Homeless Book